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Chi ha diritto alla Cessione del Quinto?
Tutti i lavoratori dipendenti ed i pensionati pubblici e privati hanno diritto alla Cessione del Quinto dello Stipendio o della Pensione. Infatti con la finanziaria 2005, dal gennaio 2005, la cessione del quinto è diventata un diritto tutelato dalla legge per tutte le tipologie di lavoratori dipendenti e per i pensionati pubblici e privati.
Per valutare la richiesta è previsto che l'istituto erogante contatti l’azienda per cui lavoro?
I dati sull'azienda servono solo per capire se l'operazione sia fattibile o meno. In nessun caso l'istituto prevede di contattare il datore di lavoro prima della firma del contratto di finanziamento
Il datore di lavoro si può rifiutare di accettare una pratica di cessione?
No.
Bisogna però precisare che gli istituti eroganti non accettano ancora le richieste da dipendenti a tempo determinato e con contratti atipici (contratti a progetto, ecc..). Si hanno delle difficoltà anche nei casi di dipendenti di aziende private con breve anzianità di servizio e di dipendenti di società di persone.
Il datore di lavoro si può rifiutare di accettare una pratica di Delega di Pagamento?
Si, in tal caso l'accettazione della pratica è a discrezione del datore di lavoro. In genere comunque non si incontrano grandi resistenze da parte del datore di lavoro, questo perché, quest'ultimo non corre alcun rischio non avendo alcuna responsabilità sul regolare pagamento del debito.
Quali sono i vantaggi del Prestito con Cessione del Quinto rispetto al classico Prestito Bancario?
Possiamo dire che i principali punti di forza della Cessione del Quinto sono:
- la dilazione di pagamento fino a 120 mesi (10 anni)
- la copertura assicurativa casi premorienza, invalidità permanente e perdita del posto di lavoro
- la possibilità di finanziare anche persone con altri debiti in corso o con problemi finanziari
- l’assenza di richieste di garanzie, avalli, apertura di conto corrente, canalizzazioni dello stipendio, eccetera.
Si può richiedere una Cessione del Quinto se già se ne ho in corso un'altra?
In questo caso le possibilità sono diverse:
- Se il debito residuo da estinguere non è eccessivo si può Rinnovare la Cessione aumentando l'importo del finanziamento rispetto a quello che hai in corso. Importo che verrà utilizzato in parte per estinguere il finanziamento precedente (al netto della quota interessi non maturata) mentre il restante verrà erogato a te. In tal modo è possibile ottenere ulteriore liquidità senza aumentare la rata del prestito in corso ma solo allungandone il termine di scadenza.
- Per alcune categorie di lavoratori dipendenti, nel caso di debito residuo della Cessione troppo alto è possibile ricorrere ad un Prestito Delega, in tal caso è possibile, per legge, addebitare sulla busta paga una seconda rata pari al 20% dello stipendio netto per un totale, quindi, del 40% dello stesso. Per i Dipendenti Statali tale percentuale può arrivare anche al 50% dello stipendio netto.
- Nel caso i debiti siano diversi e di diversa natura è possibile valutare la possibilità di estinguerli ed accorparli in una unica rata, anche di importo inferiore, attraverso un Mutuo Consolidamento Debiti, che vi permetterà anche di ricorrere ad una nuova Cessione del Quinto per avere a disposizione ulteriore liquidità.
Posso richiedere un Prestito con Cessione del Quinto anche se ho dei prestiti in corso di altro tipo?
Si, con la Cessione del Quinto o la Delega non è necessario recuperare informazioni personali o sulla situazione debitoria né di far firmare terze persone. Questo perché la rata viene trattenuta direttamente in busta paga dal datore di lavoro, non serve quindi altra garanzia.
Inoltre proprio per le sue caratteristiche la Cessione del Quinto può essere utile al Consolidamento dei Debiti in corso: se si hanno troppe rate in corso che minacciano di diventare ingestibili, con la Cessione del Quinto è possibile accorparle in un'unica rata a lunga scadenza. Se il valore residuo del debito è particolarmente elevato si può ricorrere ad un Mutuo Consolidamento Debiti un prodotto innovativo che permette di risolvere in molti casi i propri problemi
Quale è l'importo massimo della rata mensile?
La rata mensile può essere di un importo massimo pari ad 1/5 (20%) dello stipendio netto o della pensione netta. Nel caso di alcune categorie di lavoratori è possibile, per legge, addebitare sulla busta paga una seconda rata pari al 20% dello stipendio netto per un totale, quindi, del 40% (2/5) dello stesso.
Quando è permesso cedere più di 1/5 dello stipendio?
Non è permesso ai Dipendenti Privati accedere a un prestito la cui rata sia superiore ad un quinto del loro stipendio.
Mentre, è permesso ai Dipendenti di determinati Enti Pubblici Locali (USL, Comuni, ...) accedere a tale forma di prestito. In questi casi l'ammontare delle rate trattenute in busta paga può arrivare ad 1/3 dello stipendio netto. I Dipendenti Statali hanno la possibilità di accedere ad un prestito, la cui rata potrà essere pari ad un altro quinto del loro stipendio mensile per un totale di 2/5 (40%) dello stipendio.
Le rate restano uguali per tutta la durata del prestito?
Si, il tasso di interesse è fisso e quindi anche la rata resta fissa per tutto il periodo di ammortamento.
Come avviene l'erogazione del finanziamento?
L'erogazione avviene mediante assegni circolari non trasferibili intestati al richiedete, oppure mediante bonifico bancario su di un conto corrente intestato al richiedete stesso.
In che termini l'importo del prestito è legato al TFR maturato?
- Per i Dipendenti di Aziende Private il montante del finanziamento richiesto (montante = ammontare della rata moltiplicato per il numero delle rate) deve essere inferiore all'ammontare della liquidazione (TFR) lorda maturata, moltiplicata per 3.
- Per i Dipendenti Statali e di Enti Pubblici il problema non sussiste.
NOTA: per i Pensionati il montante del finanziamento che può essere erogato non dipende naturalmente dal TFR ma dall'età anagrafica del richiedente e dal valore netto della pensione.
Come funziona la copertura delle polizze assicurative?
Il finanziamento tramite cessione del quinto deve obbligatoriamente prevedere le garanzie assicurative VITA e IMPIEGO.
In caso di premorienza o da sopravvenuta invalidità permanente la Compagnia Assicurativa salda la Banca ed il debito viene estinto senza che ci sia successiva rivalsa verso i familiari.
Contrariamente, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, la Compagnia Assicurativa salda la Banca per la quota non coperta dalla liquidazione maturata, salvo poi rivalersi sul cliente, che resta comunque il debitore principale.
Nel caso, infine, di interruzione temporanea del rapporto di lavoro (per aspettativa, malattia, ...) la Compagnia Assicurativa sostituisce il cliente nel pagamento delle rate, fermo restando il suo diritto a rivalersi sullo stesso.